Italicum, i «paletti» di Forza Italia
Renzi: “Non capisco polemiche: venerdì la legge”
Berlusconi: «Ok solo per Camera». Sospesi i lavori in Aula , dove oggi era previsto l’esame degli emendamenti.
L’accordo sulla legge elettorale è sottoposto ai “paletti” di Forza Italia. Da Berlusconi sarebbe giunto al Pd un via libera di massima sull’Italicum, anche se resterebbero forti criticità sulle nuove modifiche. Intanto da Tunisi, dove è andato per il suo primo viaggio ufficiale, il premier Matteo Renzi ha parlato di «importante passo avanti sulla legge elettorale».
RENZI DA TUNISI: «NON CAPISCO POLEMICHE» - «Se ho capito bene - ha continuato - sono in corso ancora delle riunioni. Credo sia molto importante arrivare a un modello in cui ci sia un vincitore certo». Poi ha aggiunto il premier: «Il fatto che il Senato abbia o meno una norma elettorale nel momento in cui abbiamo deciso di superarlo è secondario» . «I cittadini devono sapere che andremo a votare solo per la Camera perché non voteremo più per il Senato - ha proseguito il premier -. L’assenza di una norma di salvaguardia è secondaria. Era questo che ci eravamo impegnati a fare». Infine la risposta a distanza al leader di Forza Italia: «Vorrei far notare a Berlusconi e a tutti che stiamo realizzando ciò che ci eravamo impegnati a fare. Le polemiche di oggi non le capisco. Vediamo se entro venerdì ci sarà legge elettorale e speriamo si chiuda dopo 20 anni la pagina delle riforme istituzionali».
BERLUSCONI: «DISAPPUNTO» - «Prendiamo atto con grave disappunto della difficoltà del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati. Come ulteriore atto di collaborazione, nell’interesse del Paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell’assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilità ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l’efficacia alla sola Camera dei Deputati, accettando lo spirito dell’emendamento 2.3». Lo ha affermato Silvio Berlusconi in una nota, riferendosi all’emendamento dell’esponente della minoranza Pd, D’Attorre, che prevede che l’Italicum valga solo per la Camera.
«NESSUN PATTO SEGRETO » «Per il resto», prosegue la nota, «confermiamo integralmente l’accordo pubblicamente realizzato, senza alcun «patto segreto», come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa». «Ribadiamo dunque piena collaborazione su questo piano, e una chiara opposizione sui temi economici e sociali, e su tutto quanto, a partire dalla necessaria riduzione della pressione fiscale e del peso dello Stato, ci rende naturalmente alternativi alla sinistra», conclude la nota di Berlusconi.
LAVORI SOSPESI - L’Aula della Camera, che doveva cominciare l’esame degli emendamenti alla legge elettorale, è stata sospesa fino alle 18,15 per permettere al Comitato dei nove di riunirsi per esprimere il parere sugli emendamenti, dopo la decisione di Forza Italia di appoggiare l’emendamento che limita la riforma elettorale alla sola Camera.
IL VERTICE - Berlusconi, rientrato a Roma, aveva riunito oggi a Palazzo Grazioli lo stato maggiore di Forza Italia. Con lui c’erano Denis Verdini, Giovanni Toti e i capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, oltre ad alcuni dei fedelissimi del Cavaliere (Gasparri, Bernini, Matteoli, Gelmini e Capezzone). L’obiettivo era fare il punto sulle trattative in corso sull’Italicum e sull’eventualità che Renzi, pur di assecondare Alfano, che non vede di buon occhio l’eventualità di andare al voto in pochi mesi, arrivi a sterilizzare l’operatività della nuova legge, quanto meno sulla tempistica,prevedendo norme che la «congelino» per un periodo lungo o agganciandola ad una riforma del Senato, che essendo materia costituzionale richiede un doppio passaggio parlamentare (e, di conseguenza, tempi più lunghi».
RINVIATA LA DISCUSSIONE - Intanto è stato rinviato il Comitato dei Nove della Commissione Affari Costituzionali che stamattina doveva esaminare gli emendamenti alla riforma elettorale. Il rinvio è stato deciso su richiesta di tutti i gruppi, e produrrà con ogni probabilità un conseguente slittamento dell’avvio in Aula dell’esame della legge elettorale, previsto per questo pomeriggio.
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