Medjugorje prima e dopo la guerra in Bosnia ed Erzegovina, una cosa e certa che stato ed rimasto dal 1981 luogo sacro.
Oltre da trent’anni, più
precisamente dal 24 giugno 1981, Medjugorje (Bosnia ed Erzegovina)
improvvisamente è diventato il teatro di eventi straordinari. E’ diventato un
logo dell’anima, dove non si capita per caso e da dove non si va mia via del
tutto.
Tutto comincia infatti nel
lontano 1981 quando durante una giornata estiva sei ragazzi incominciano a
vedere una donna e a sentire la sua voce .Riconoscendo in quella figura la
madre di Gesù, fuggono spaventati. Ma poi questo rapporto privilegiato, che non
si è ancora interrotto, illuminerà la loro vita e il loro futuro. Ora sono
adulti maturi e il loro piccolo paese è diventata meta di un pellegrinaggio
ininterrotto di milioni di persone che arrivano per pregare la Madonna nei
luoghi in cui continua ad apparire e per ascoltare i messaggi che affida ai
veggenti.
Ma perché proprio Medjugorje???
Per
capire meglio bisogna tornare negli anni’70 quando è stata durissima, anche
economicamente, la gente era costretta ad emigrare in massa, poi c’è stato
qualche piccolo miglioramento economico, con il progresso in tutta Europa non
poteva non esserci anche qui, ma quanto alla libertà… La religione non era
vista di buon occhio dal regime, era concesso di poter pregare solo in chiesa,
a volte dovevi scegliere tra la fede e la casa, il lavoro, ma nelle case molte
famiglie vivevano la propria fede. Anche la libertà di pensiero non esisteva…
Certo, il comunismo è tale in qualsiasi paese,
dalla Russia alla Cina. Ma un vento di primavera stava cominciando a soffiare
verso la fine degli anni ’80 su di un est europeo che voleva voltare pagina. La
caduta del muro di Berlino in Germania, e progressivamente di tutti i regimi
comunisti, fino al disfacimento della stessa Unione Sovietica, portarono questa
ventata di rinnovamento, e questa sete di libertà anche in Jugoslavia.
Per prime Slovenia e Croazia decisero di essere
indipendenti dalla Federazione Jugoslava, ma i Serbi, che appoggiati dal potere
sovietico coltivavano il progetto della Grande Serbia, si mossero militarmente.
Più tardi, quando Croazia e Slovenia vennero riconosciute indipendenti da parte
della CEE, il conflitto si spostò in Bosnia-Erzegovina (1992).
A Medjugorje, allo scoppio della guerra, chiusa
la chiesa parrocchiale, si celebrava la messa in cantina. O si abbandonava il
paese, vivendo come profughi, o ci si rifugiava nelle cantine. Non c’erano che
anziani, donne e bambini, gli uomini venivano spediti al fronte, presso
le trincee scavate sul Podbrdo e nella zona che lo separa dal Krizevac, e molti
di essi portavano un rosario con loro, attorno alla spalla, sperando nella
protezione di Maria. La stessa veggente Vicka si preoccupava perché i soldati
si confessassero e si comunicassero prima di recarsi in combattimento. Le
sirene suonavano in continuazione per dare l’allarme, ma il 9 maggio 1992, alle
ore 13:00, sei granate serbe caddero su Medjugorje.
Di esse solo una cadde in paese, a circa 400 mt
dalla chiesa, rimanendo misteriosamente inesplosa. Tutto quello che ottennero i
serbi fu di ammazzare una mucca, un gallo ed un cane. Il pilota che aveva il
compito di bombardare Medjugorje fu poi abbattuto e, catturato, affermò
che era stato impossibile bombardare Medjugorje perché appena si avvicinava non
riusciva più a vedere niente sotto di lui, il villaggio spariva alla sua vista,
come nascosto da una specie di nube…
Medjugorje rimane un posto sacro frequentato ogni
anno da migliaia di pellegrinai da tutto il mondo…
Autore: Becic Edis (Bosnia Erzegovina)
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