giovedì 27 febbraio 2014

Schettino 3 ore sulla Concordia, lite coi cronisti allo sbarco

Il comandante è stato oltre 3 ore a bordo del relitto. Presenti anche i pm di Grosseto e i giudici del processo. Il sindaco: "Puntate i riflettori sul dolore, non su Schettino". Il procuratore Verusio: "Nessuno è morto per colpa del generatore". Dagi accertamenti però starebbe emergendo che era ossidato
Il comandante Francesco Schettino torna a bordo della Concordia. Oltre 3 ore di sopralluogo, dalle 10.45 alle 14.10. Imputato al processo per il naufragio, si è fermato rispondendo ad alcune domande dei giornalisti, anche con alcuni momenti di forte dialettica con chi gli chiedeva spiegazioni su quanto avvenne davanti al Giglio il 13 gennaio 2012.

"O si sente o si ascolta o si capisce. Se avete seguito il processo dovete avere chiara la differenza tra cosa è un inchino e un passaggio ravvicinato alla costa. Chi parla di abbandono nave non ha capito un c...". Anche così, polemizzando con i giornalisti, Francesco Schettino ha risposto alle domande di chi gli chiedeva se, in circostanze analoghe, avrebbe rifatto le stesse cose della sera del 13 gennaio 2012. E' durata circa 20 minuti la bagarre sul porto del Giglio mentre Schettino si è fermato a rispondere a domande dei giornalisti. Non potendo allontanarsi, il comandante è rientrato nei box dell'imbarco e ha atteso che le forze dell'ordine allestissero un corridoio per farlo passare. Quindi, sempre 'scortato' dai giornalisti, con il suo avvocato si è allontanato in macchina verso l'alloggio preso in affitto al Giglio. "C'è chi ha patteggiato ammettendo colpe, io invece ci ho messo la faccia e sto facendo un processo. Prima di dire Schettino è il colpevole o il responsabile, aspettiamo. Gli altri hanno già ammesso le loro colpe", ha anche detto.

Schettino si scaglia di nuovo contro i giornalisti: "C'è una telecamera che riprende tutto il processo - ha anche detto - io voglio capire questa differenza: ma voi ascoltate, sentite o capite quello che si dice nel processo? Perchè c'è un distinguo tra inchino e passaggio ravvicinato".

L'interesse degli abitanti del Giglio per la presenza di Francesco Schettino, oggi sull'isola, è poco. Tuttavia un uomo che si è mischiato al gruppo dei giornalisti che seguivano Schettino, lo ha apostrofato a voce alta: "Affogati!". Ma il comandante ha continuato il suo tragitto, circondato dalle forze dell'ordine.

Sul proprio operato l'ex comandante della Concordia afferma: ""Sulla nave sono andato a dare il mio contributo tecnico ai miei consulenti. Ho dato precise indicazioni che serviranno per l'esito finale delle perizie che determineranno le varie responsabilità".

L'attenzione è tutta su Schettino, lui prova a smarcarsi: "Le sensazioni personali non credo possano essere oggetto di investigazione giornalistica. O si fa gossip, o Novella 2000, oppure vi interessa avere dei riscontri tecnici." 

Era tornato a bordo alle 10.45, due anni dopo il naufragio della nave che costò la vita a 32 persone, è tornato sul relitto. E' stato il primo del suo gruppo a sbarcare da una pilotina e salire da una scala esterna appoggiata al relitto. Schettino era accompagnato invece dal suo avvocato difensore Domenico Pepe e, come agli altri, gli è stata consegnata una mappa dettagliata dei ponti emersi della nave, su cui sono riportati i tragitti e gli itinerari per recarsi in sicurezza alla sala del generatore di emergenza, l'apparato obiettivo del sopralluogo odierno per la perizia aggiuntiva.

Francesco Schettino con il gruppo di legali e consulenti tecnici di cui fa parte ha partecipato all'esame del generatore di emergenza della Costa Concordia e ora si reca in un altro ponte per verificare gli ascensori della nave. Dopo questa ulteriore operazione programmata nel sopralluogo di oggi, Schettino potrebbe scendere dalla nave e tornare a terra. Tutte le operazioni di verifica sono supervisionate dai giudici del tribunale di Grosseto e coordinate dai periti incaricati.

Gli accertamenti proseguono: il motore del generatore di emergenza della Costa Concordia sarebbe stato trovato ossidato perché rimasto sommerso quasi due anni in mare fino al riposizionamento in asse della nave avvenuto nel settembre scorso. Così si apprende al porto del Giglio mentre sul relitto sono in corso le operazioni dei periti a cui partecipa Francesco Schettino. Secondo altre informazioni, inoltre, il quadro elettrico principale della nave appare in condizioni abbastanza normali perché sempre rimasto fuori dall'acqua. Il gruppo di cui fa parte anche Schettino ha finito di ispezionare gli ascensori di poppa, dove alcune porte sono state trovate aperte, altre chiuse, e ora si sta recando verso gli ascensori di prua.

Ecco le foto di Schettino a bordo

Stamani il comandante aveva lasciato la casa presa in affitto all'Isola del Giglio ed aveva raggiunto il porto insieme al suo avvocato Domenico Pepe per le operazioni preliminari al sopralluogo. In un albergo è stato istruito sulle modalità di accesso alla nave. L'auto sui cui viaggiava è stata scortata da una barriera di operatori tv e fotografi che ne hanno quasi bloccato la marcia. E' previsto il sopralluogo al generatore d'emergenza, che la sera del naufragio non funzionò. L'apparato serve a gestire una serie di meccanismi della nave in caso di avaria fra cui i timoni, gli ascensori, i bracci meccanici per l'ammaino delle scialuppe, le pompe di sentina.

Ci sono stati spintoni, urla, ad un certo punto Schettino si è rifugiato nella veranda di un ristorante chiedendo ancora alle forze dell'ordine aiuto per poter camminare verso l'approdo. Dopo una breve sosta, il comandante ha ripreso a camminare, a passo svelto, inseguito e marcato stretto da un gran numero di telecamere e microfoni, quindi ha raggiunto il box dove, anche a lui, vengono consegnati casco anti infortunistico e giubbotto salvagente, mentre già indossava scarpe antiscivolo. Anche prima, arrivando all'albergo, Schettino ha avuto reazioni al pressing dei media: ha tirato un forte colpo sul cofano della macchina con cui era arrivato e qualche fotografo ha udito parole di stizza nei confronti degli operatori dell'informazione.

Anche i residenti del Giglio vogliono vedere Schettino: alcuni abitanti dell'isola hanno lasciato le proprie occupazioni per aspettare il comandante sulle stradine del porto mentre si accingeva ad imbarcarsi per raggiungere la Costa Concordia e partecipare al sopralluogo del tribunale. "Lo vogliamo vedere, siamo qui apposta", hanno brevemente detto alcuni impugnando anche telefonini per girare immagini e scattare foto.


Sull'isola, sempre per il sopralluogo, sono arrivati anche i pm di Grosseto Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza. Non partecipa alle operazioni il procuratore capo Francesco Verusio, che comunque è stato presente nella precedente ispezione del 23 gennaio scorso. "Nessuno dei 32 morti della Costa Concordia è deceduto perchè il generatore diesel di emergenza non funzionò la sera del naufragio". Lo ha detto il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, commentando le operazioni dei periti a bordo del relitto per verificare proprio questo apparato della nave. Sull'inchiesta della Procura per la presunta manomissione del generatore di emergenza, nei giorni scorsi, da parte di incaricati di Costa Crociere, Verusio ha detto che "questo fatto molto grave non mi sembra comunque che possa influire più di tanto sulla ricostruzione dei fatti che abbiamo già svolto durante l'inchiesta sul naufragio".


"Più che i due giorni di Schettino al Giglio, sono importanti i due anni dalla tragedia della Concordia. Questa giornata è importante non perché si accendono i riflettori sull'isola ma perchè si accende di nuovo il dolore per quanto accaduto. E' una giornata importante per fare chiarezza sulla vicenda, come auspicano i gigliesi e tutti quelli colpiti da questa vicenda", ha detto il sindaco dell'isola del Giglio, Sergio Ortelli, ai giornalisti sul lungomare del porto. Sul ritorno di Schettino al Giglio, il sindaco ha sottolineato l'indifferenza dei locali: "Semmai - ha aggiunto - gli atti più eclatanti li ha fatti Schettino sbarcando dal traghetto".
Ortelli delinea poi i tempi di rimozione del relitto, in vista della nuova stagione turistica estiva: "Abbiamo imboccato il rettilineo finale perché sia rispettata la previsione di fine giugno per la rimozione della Concordia. Quando avverrà la rimozione - ha aggiunto - l'isola potrà ritornare pienamente alla sua vocazione turistica".Sono arrivati infine anche i giudici del processo in corso a Grosseto. Il presidente Giovanni Puliatti e i giudici a latere Sergio Compagnucci e Marco Mezzaluna hanno raggiunto a piedi l'hotel dove si è tenuto un briefing sulla sicurezza, camminando per le stradine delporto.

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