giovedì 27 febbraio 2014

M5S, ancora scambi di accuse: "E' finito il sogno". Di Maio: "Siete solo dei parassiti"

Il senatore Campanella, uno degli espulsi, attacca: "Ormai è chiaro chi comanda e  chi obbedisce". Ma gli "ortodossi" salutano le defezioni: "Solo zavorra che va via, siamo in guerra non possono condizionarci i disertori". Hackerato l'account twitter di Casaleggio

ROMA - Dimissioni formali e accuse pesanti. Il giorno dopol'esplosione del dissenso all'interno del M5S si fanno i conti delle conseguenze che la decisione di espellere  quattro senatori avrà sugli assetti e il futuro del movimento. Dopo l'annuncio di ieri, il deputato grillino Alessio Tacconi ha scritto stamane una mail al capogruppo D'Incà per comunicare "la decisione di lasciare da oggi il gruppo parlamentare del M5S". 

Allo stesso modo sono state formalizzate al presidente del Senato Pietro Grasso anche le dimissioni dei senatori 5 stelle Luis Alberto Orellana, Alessandra Bencini ("non andrò in un altro gruppo - ha spiegato - lo escludo categoricamente anche se si dovesse trattare di un gruppo di ex 5 stelle"), Laura Bignami e Monica Casaletto. In tutto, insieme a Maurizio Romani e Maria Mussini, sono quindi 6 le lettere di dimissioni arrivate sul tavolo del presidente del Senato. Dei quattro espulsi ieri dal Movimento, finora l'unico ad aver presentato le dimissioni è Orellana. Mancano ancora gli altri tre: Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista. Campanella ha spiegato di volersi prima confrontare con gli attivisti. "Alcuni intendono dimettersi dal Parlamento. Io no. Resto e proseguo la mia lotta", dice. Il senatore inoltre denuncia che alcuni commenti a favore dei quattro senatori 'dissidenti' sono stati cancellati dal blog di Grillo. Secondo Campanella, inoltre, ad alcuni autori di commenti positivi sarebbe stata successivamente preclusa la possibilità di accedere al sito.

FOTO: TUTTI GLI ADDII AL M5S

Una diaspora che non sembra impensierire però gli eletti più in sintonia con il leader.  "Finalmente, zavorra che va via, persone che da questo momento diventeranno parassiti, dovrebbero dimettersi, non cambiare gruppo!". Parole scritte e sottoscritte da un gruppo di 8 deputati M5sS, tra i quali Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Chi si sente "a disagio", dicono, "colga il momento, segua l'esempio di questi individui". Toni bellicosi, nel senso letterale della parola, anche dal responsabile comunicazione Claudio Messora. "Chi logora l'umore e la motivazione delle truppe è pericoloso, per sé e per gli altri - dice - Una guerra ha bisogno di una forte motivazione, di chiarezza negli obiettivi e coesione d'intenti, di un popolo che la comandi e di un esercito che la conduca con freddezza e determinazione, di regole che impediscano a ribelli e disertori di condizionarne l'esito e, soprattutto, di tempi non estenuanti".

Una riunione del gruppo M5S al Senato ha stabilito peraltro che i senatori del movimento voteranno in Aula parere favorevole alla richiesta di dimissioni presentata da sei loro colleghi. Tra l'altro, così spiega Nicola Morra, i 5 stelle incalzeranno per una calendarizzazione certa delle dimissioni: "Vogliamo tempi ragionevoli, non biblici. Anche nell'interesse dei colleghi che non credo abbiano interesse a stare con un piede di qui e uno di là...", dice l'ex presidente del gruppo a Palazzo Madama.

0 commenti:

Posta un commento