giovedì 27 febbraio 2014

Rifoma della scuola: nuove regole per le assunzioni, bonus maturità, meno tecnologia e piano per l'edilizia scolastica.


La scuola tornerà a ricoprire un ruolo fondamentale in Italia. Parola di Matteo Renzi che, durante il suo discorso per il voto di fiducia al Senato, ha più volte citato l'importanza dell'istruzione, quale motore del Paese. "Di fronte alla crisi economica non puoi non partire dalle scuole", ha detto il premier, annunciando l'impegno di visitare una scuola a settimana, per testimoniare l'importanza dell'argomento dentro Palazzo Chigi. D'altronde è un mondo che è sempre stato a cuore all'ex sindaco di Firenze, anche perché sposato con Agnese Landini, professoressa di Lettere al liceo. Renzi conosce bene la scuola ed è da qui che il suo esecutivo partirà, poiché "bisognerà tornare a credere che l'educazione sia davvero il motore dello sviluppo".

Un'importante riforma della scuola, che riguardi professori e studenti, ma anche Ricerca ed Università, sarà dunque più che probabile nei prossimi mesi. Prima però, sarà necessario occuparsi di politiche sull'edilizia scolastica. Renzi, padre di 3 figli, non accetta che migliaia di edifici scolastici siano pericolosi, degradati e "a rischio" stabilità. Pronto allora un piano sicurezza per alcuni miliardi di euro (fuori dalla legge di Stabilità), così da intervenire negli edifici più critici e riportare la situazione alla normalità, entro 3 mesi. Un obiettivo ambizioso, considerata la mole di lavoro che dovrà eseguire il governo nei prossimi mesi.

Una volta messi in sicurezza gli edifici, la palla passerà al neoministro Stefania Giannini, segretario di Scelta Civica, linguista ed ex Rettore dell'Università per Stranieri di Perugia. La Giannini ha già in mente importati modifiche, alcune in controtendenza con gli ex ministri Profumo e Carrozza, altre osteggiate dai sindacati. Le proposte di riforma dovranno apportare miglioramenti seri e tendenti a far uscire dal decadimento un mondo che registra investimenti pubblici ridotti ed oltre 120mila docenti precari. Vediamo quali sono queste misure.

Bisognerà premiare gli insegnanti migliori. Per la Giannini è arrivato il momento di dire basta agli scatti stipendiali automatici. La sua riforma legherà gli aumenti di stipendio con il merito. Ma sul tema sono già intervenuti i sindacati, che hanno ricordato al ministro di come gli insegnanti italiani siano i meno pagati di tutta l'Europa ed i più sfavoriti della Pubblica Amministrazione. Riforme "punitive" sarebbero quindidel tutto illogiche. I sindacati hanno piuttosto ricordato al neoministro che il contratto di lavoro per i docenti è scaduto dal 2009, invitandola a prendere provvedimenti. Tornando all'idea di riforma, per quanto riguarda il reclutamento, saranno bocciati i mega concorsi di Stato, colpevoli di creare solo ricorsi e procedure sbagliate. Spazio dunque alla libertà per le scuole di assumere autonomamente. "Le scuole, come strutture pubbliche che devono rendere conto delle scelte che fanno, possono prendere delle decisioni e assumere chi credono, e poi in base a queste scelte essere valutate: dobbiamo trovare gli strumenti giusti per attuarlo".

Reintrodurre il "bonus maturità". Sarà questo uno degli obiettivi della Giannini, convinta che il voto di maturità debba essere preso in considerazione nei test d'ingresso a numero chiuso delle Università (che comunque non piacciono alla Giannini). Il "bonus maturità" fu introdotto dal ministro Francesco Profumo nell'era Monti e fu cancellato dal ministro Maria Chiara Carrozza, il giorno stesso in cui circa 100mila studenti si giocavano l'accesso a 10mila posti nella facoltà di Medicina. Un errore imperdonabile, poco professionale, che provocò le aspre proteste del mondo studentesco contro il governo Letta. La Giannini è pronta a rimediare, reintroducendo il bonus dal prossimo anno scolastico.

Perplessità sul liceo breve. L'ex ministro Carrozza ha lanciato una sperimentazione in cinque licei italiani, che prevede di ridurre il ciclo delle scuole superiori da 5 a 4 anni. L'idea della Carrozza, che sarebbe poi stata estesa gradualmente a tutte le scuole, rientrava nel progetto di avvicinare l'Italia a molti altri Paesi esteri, dove la scuola finisce a 18 anni e non a 19 come da noi. Ma l'idea "liceo breve" non piace alla Giannini, che si definisce "perplessa". "Non sono contraria a continuare la sperimentazione - dice la Giannini - ma non sono un'entusiasta sostenitrice dell'idea che eliminare un anno alle scuole superiori sia la carta vincente". Anche il premier Renzi vorrebbe far terminare la scuola a 18 anni, ma non togliendo un anno di liceo, piuttosto anticipando l'ingresso nelle scuole elementari al compimento del quinto anno di età.Probabile che l'idea di Renzi possa avere successo.

Rilanciare la scuola media e meno tecnologia. Per il ministro Stefania Giannini, una riforma della scuola non potrà che concentrarsi sulla scuola media inferiore, molto più indietro rispetto agli altri cicli scolastici: "Penso che abbiamo tre cicli di scuola, due funzionano molto bene, uno, quello intermedio, molto meno. La scuola media inferiore è quella che ha bisogno di maggiore attenzione", dice il neoministro. La Giannini ha poi parlato della tecnologia nelle scuole. La Carrozza ha favorito l'utilizzo di computer e tablet, lei è contraria. In particolar modo se la prende con gli e-book: "Ho l'idea che se spariscono i libri non va bene, deve esserci anche un contatto con la dimensione cartacea della cultura".

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