Zuckerberg: la privacy su Whatsapp e altro
Zuckerberg è a Barcellona
per parlare di digital divide e di internet.org, l'iniziativa intrapresa con altri colossi (tra cui
Ericsson, Qualcomm, Opera) per portare il web anche a quel terzo di popolazione
mondiale a cui non arriva. «La nostra missione è portare internet a queste
popolazioni, non la tecnologia in sé, ma quello che abilita» ovvero più
informazione, accesso ad applicazioni e sapere. «Essere online vuol dire avere
accesso all'istruzione, al credito, salvare vite e portare nuovi posti di
lavoro», ha spiegato Zuckerberg. L’intenzione è quindi quella di garantire un
servizio base a basso costo contando sulla collaborazione degli operatori.
Tenendo conto che anche
in questa edizione del Mobile World Congress attori come Nokia e Firefox hanno
annunciato modelli sotto i 100 euro, vuol dire che l'obiettivo dell'industria
si è spostato verso i Paesi emergenti. Durante uno dei rari interventi pubblici
dell'uomo che ha cambiato i social, si parla anche dei timori dopo
l'acquisizione di WhatsApp. «La privacy su WhatsApp resta la stessa, il
servizio non cambierà. È quello che la gente vuole, sarebbe stupido
modificarla».
Mark Zuckerberg rassicura
le centinaia di milioni di persone che usano l'app di messagging, comprata la
settimana scorsa per 19 miliardi di dollari. Facebook ha comprato la chat
«perché un servizio che può connettere un miliardo di persone vale molto di più
di quella cifra». Tra i temi non poteva mancare il Datagate: «è un problema per
i colossi del web - ha detto - perché la fiducia è importante quando usi
servizi che ti permettono di condividere. Penso che si poteva evitare, che la
Nsa non sia stata trasparente su quello che stava facendo». Il fondatore di
Facebook tiene a ricordare che per come funziona ora WhatsApp nessun contenuto viene
salvato dalla compagnia sui server, nemmeno le foto.
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