martedì 4 marzo 2014

Zuckerberg: la privacy su Whatsapp e altro




 Atteso come una rockstar, il fondatore di Facebook ha tenuto ieri sera il keynote più importante del Mobile World Congress. Mark Zuckerberg è intervenuto a Barcellona come speaker d'apertura e ha spiegato la sua visione globale della rete. La più grande fiera mondiale dedicata alla tecnologia mobile un tempo vedeva protagonisti gli operatori telefonici, oggi sono i social network e in generale le internet company a vedere nello smartphone il luogo prediletto e nella connettività lo strumento per veicolare le applicazioni.

Zuckerberg è a Barcellona per parlare di digital divide e di internet.org, l'iniziativa intrapresa con altri colossi (tra cui Ericsson, Qualcomm, Opera) per portare il web anche a quel terzo di popolazione mondiale a cui non arriva. «La nostra missione è portare internet a queste popolazioni, non la tecnologia in sé, ma quello che abilita» ovvero più informazione, accesso ad applicazioni e sapere. «Essere online vuol dire avere accesso all'istruzione, al credito, salvare vite e portare nuovi posti di lavoro», ha spiegato Zuckerberg. L’intenzione è quindi quella di garantire un servizio base a basso costo contando sulla collaborazione degli operatori.

Tenendo conto che anche in questa edizione del Mobile World Congress attori come Nokia e Firefox hanno annunciato modelli sotto i 100 euro, vuol dire che l'obiettivo dell'industria si è spostato verso i Paesi emergenti. Durante uno dei rari interventi pubblici dell'uomo che ha cambiato i social, si parla anche dei timori dopo l'acquisizione di WhatsApp. «La privacy su WhatsApp resta la stessa, il servizio non cambierà. È quello che la gente vuole, sarebbe stupido modificarla».

Mark Zuckerberg rassicura le centinaia di milioni di persone che usano l'app di messagging, comprata la settimana scorsa per 19 miliardi di dollari. Facebook ha comprato la chat «perché un servizio che può connettere un miliardo di persone vale molto di più di quella cifra». Tra i temi non poteva mancare il Datagate: «è un problema per i colossi del web - ha detto - perché la fiducia è importante quando usi servizi che ti permettono di condividere. Penso che si poteva evitare, che la Nsa non sia stata trasparente su quello che stava facendo». Il fondatore di Facebook tiene a ricordare che per come funziona ora WhatsApp nessun contenuto viene salvato dalla compagnia sui server, nemmeno le foto.


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