LA CRISI IN UCRAINA
La crisi in Ucraina andrà
avanti a lungo. Soprattutto dopo le decisioni del presidente russo Vladimir
Putin, dopo il crollo del regime filorusso di Kiev, di inviare nella penisola
autonoma di Crimea 30 mila uomini delle forze speciali a presidiare i luoghi
strategici: porti, aeroporti, il Parlamento ecc. La flotta russa, ancorata ai
porti di Sebastopoli, ha lanciato un ultimatum alle forze ucrine. E’ già
guerra?
Per il diritto internazionale
è questione di sfumature. La comunità internazionale, intanto, si è mobilitata
con le armi, tenute a salve, della diplomazia informale.
Per tanti la crisi ucraina
sia solo l’inizio di un dramma molto simile a quello che ha devastato le terre
e i popoli della ex Jugoslavia.
Tolto il “tappo” dell’Unione
Sovietica, tutto quello che era stato tenuto compresso è destinato a esplodere.
La maggior parte delle cause
della tragedia che sta succedendo sono da cercare in un passato che precede la
fine dell’Urss: le tensioni sociali, gli
odi etnici, le terribili privazioni a cui l’Ucraina è stata sottoposta.
L’ucraina, prima o poi ,
doveva sollevare la testa. E’ da sempre stata considerata ai margini
dell’impero, oppressa, impoverita. Negli anni 30, il Paese e stato addirittura
al centro di un programma di “carestia organizzata”, che ha provocato 5 milioni
di morti.
“Carestia organizzata”
consisteva nel fatto che tutte le risorse del Paese, venivano dirottate verso
il centro della Federazione. E cosi il “granaio del mondo” moriva di fame. Non
solo: l’Ucraina è sempre stata considerata uno Stato cuscinetto: l’ultimo
baluardo contro la contaminazione della cultura occidentale. E questo ha
spezzato il Paese in due, il Oriente e Occidente si scontrano da sempre.
L’Ucraina continua ad essere spaccata
fra un Ovest più vicino all’Europa e un Est profondamente filorusso. La
penisola di Crimea è abitata da molti russi e profondamente radicata nella loro
cultura.
Ai momenti mi sembra di
tonare indietro negli anni 90 dopo la scomparsa del maresciallo Tito, cioè in
ex Jugoslavia. Ed essendo di origini bosniache quelli anni li ho vissuti anche
sulla mia pelle ed l’unica cosa che posso dire che la storia non è come il
Monopoli! Non si può dire alle persone “Da oggi ognuno torni alla casella di
partenza” cioè nel caso di ex Jugoslavia: i serbi non vivevano solo in Serbia,
i croati erano ovunque i bosniaci pure.
Io spero soltanto che con
l’Ucraina non succede quello che è successo in ex Jugoslavia anche se il
groviglio è troppo complicato e non è possibile scioglierlo in modo pacifico, perché
in mezzo ci siamo tutti volendo o non volendo dall’Europa alla Russia passando
per gli USA ecc.
Intanto
la penisola Crimea accelera il suo distacco dall'Ucraina: il Parlamento
regionale ha votato la piena indipendenza dall'Ucraina, ancor prima del
referendum in cui il 16 marzo si chiederà ai cittadini se vogliono unirsi alla
Russia.
Il
voto, praticamente all'unanimita', del Consiglio Superiore (il Parlamento
regionale) della Crimea e' solo l'ultimo capitolo della peggiore crisi degli
ultimi decenni in Europa.
Il
Yanukovich ha aggiunto che le elezioni presidenziali ucraine previste per il 25
maggio sono "assolutamente illegittime e illegali" e che il Paese
adesso e' in mano "a una banda di ultranazionalisti e neofascisti"
che vogliono scatenare "una guerra civile".
Intanto
la 'camera bassa' del Parlamento, la Duma, discutera' il prossimo 21 marzo come
semplificare le procedure perche' la Crimea possa unirsi alla Federazione.
L'Occidente invece prova ad aumentare la pressione diplomatica su Mosca.
La
Francia ha minacciato nuove sanzioni contro Mosca, mentre la Germania ha
avvertito che se la posizione russa non cambiera' entro il week-end, il
prossimo passo contro Mosca sara' preso dal Consiglio Europeo del prossimo
lunedi', a Bruxelles.
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