Il premier ucraino Turchynov convoca
vertice di emergenza
Crisi in Ucraina. Via libera del
Senato, Putin invia l'esercito russo in Crimea.
Il voto all'unanimità. Secondo il
nuovo governo di Kiev la Russia avrebbe già inviato altri 6 mila militari . A
Donetsk, in Ucraina, feudo di Yanukovich, 10mila militanti filo russi
sfilano contro Kiev, a a Kharkiv occupati i palazzi del governo. Anticipato al
30 marzo il referendum sulla secessione della Crimea.
E' sempre più guerra e meno pace, in Ucraina. Dopo la richiesta,
in meno di un'ora il presidente russo Putin ha ottenuto dal Consiglio
della Federazione, l'equivalente del nostro Senato, di approvare l'invio di un
contingente militare in Crimea. Un via libera scontato. Le parole di Obama -
che minacciavano "conseguenze" in caso di invasione - non hanno
fermato Mosca: "Con la sua dichiarazione che la Russia la pagherà
cara per la sua politica - ha detto il vicepresidente russo del Senato - il
presidente Obama ha oltrepassato la linea rossa, ha insultato il popolo
russo":
Kiev intanto convoca un vertice di emergenza con i capi
della sicurezza. Poche ore prima il neoministro della Difesa, aveva
accusato la Russia di aver inviato altri 6 mila uomini dell'esercito, sempre in
Crimea.
Odessa, Donestk e Kharkiv: cortei
filorussi, migliaia di partecipanti
La spaccatura tra Est e Ovest
aumenta, la Crimea sembra essere fuori da controllo di Kiev con gli aeroporti
chiusi dopo essere stati occupati dai militanti filorussi e le manovre in
territorio ucraino dell'esercito di Mosca. Nel feudo del presidente
deposto Viktor Yanukovich, Donetsk, almeno 10 mila manifestanti filorussi al
grido di "Russia, Russia" sono scesi in strada per protestare contro
il nuovo governo di Kiev. A Kharkiv, città natale di Yanukovich,
filorussa, i manifestanti erano 20 mila. Un corteo degnerato in scontri
violentissimi quando una frangia di 300 uomoni ha fatto irruzione in un
edificio governativo per occuparlo.
Braccio di ferro Yatsenyuk-Aksyonov Sull'altro fronte, il
premier ad interim Arseniy Yatsenyuk ha firmato un decreto in cui dichiara
illegale la nomina di Sergiy Aksyonov a primo ministro di
Crimea perché in violazione della Costituzione ucraina. Una mossa che
suona come una risposta alla richiesta di Aksyonov a Putin, perchè
intervenisse per "ristabilire la calma e la pace". Il Cremlino
aveva dato la sua parola: non ignoreremo la richiesta di aiuto. Da qui, la
richiesta Putin al Senato per inviare l'esercito in Ucraina.
Putin chiama l'Europa
E proprio ieri sera Putin ha rotto un silenzio che ormai
durava da settimane: ha chiamato il premier britannico Cameron, la cancelliera
tedesca Merkel e il presidente Ue, Van Rompuy, per sottolineare l'estrema
importanza di evitare qualsiasi ulteriore escalation di violenza" in
Ucraina e "la necessità di una rapida normalizzazione della
situazione".
Kiev denuncia:
"Mosca ha inviato altri 6mila militari e 30
blindati" Questa mattina un'altra accusa alla Russia, dopo quella di ieri
del ministro dell'Interno che ha parlato di 'invasione' di Mosca. Per il
ministro della Difesa ucraino, Ihor Tenyukhe, la Russia avrebbe inviato
"di recente" in territorio ucraino altri 6mila militari (oltre
ai duemila parà di ieri ,ndr) e 30 blindati. Il rappresentante del governo ha
poi aggiunto che le Forze Armate nazionali sono in stato di massima
allerta in Crimea. Dal canto suo, il premier ucraino Arseny Yatseniuk ha
definito "inaccettabile" la presenza di "blindati russi nel
centro delle città dell'Ucraina", e ha sollecitato la Russia a
cessare ogni operazione militare. Kiev, ha aggiunto Yatsenyuk, non
cederà alle "provocazioni". A proteggere i principali
edifici in Crimea, riferisce il neo premier filo russo della Crimea Aksynov,
sono arrivati in mattinata i militari russi della flotta sul Mar Nero.
Referendum su status Crimea anticipato al 30 marzo.
Per quanto riguarda il referendum sullo status della
Crimea, il portavoce del premier filo russo Serghei Aksenov ha annunciato
in tarda mattinata che la consultazione decisa giovedì scorso dal
parlamento della regione autonoma sarà anticipata dal 25 maggio al 30
marzo.
Obama alla Russia:ogni intervento armato avrebbe un costo
E questa notte, al termine di una giornata convulsa, piena
di notizie contrastanti proprio dal fronte ucraino, da Washington Barack Obama
ha preso la parola. In una breve conferenza stampa allestita all'ultimo nella
sala briefing della Casa Bianca, il presidente Usa ha parlato della vicenda in
Crimea manifestando la preoccupazione degli Stati Uniti per le informazioni di
movimenti di militari della Federazione Russa in Ucraina. Poi l'avvertimento a
Mosca: "Ogni intervento armato nella crisi ucraina sarebbe profondamente
destabilizzante per l'Ucraina e potenzialmente pericoloso". Poi ancora:
Obama parla di "chiara violazione dell'impegno russo al rispetto
dell'indipendenza, della sovranità e delle frontiere dell'Ucraina, delle leggi
internazionali".
G8 di Sochi, in forse la partecipazione
Usa E alla luce degli ultimi sviluppi internazionali- ha
dichiarato un alto funzionario della Casa Bianca - gli Stati Uniti si
stanno consultando con i partner europei sulla partecipazione al summit
del G8 previsto per giugno a Sochi. "E' difficile
immaginare come noi ed altri leader - aggiunge il funzionario - potremmo
partecipare a G8 a Sochi se la Russia interverrà in Ucraina".
Barroso: rispettare l'unità e la sovranità dell'Ucraina
Il presidente della commissione Ue Josè Manuel Barroso ha
lanciato un appello per il rispetto dell'unità e della sovranità dell'Ucraina.
Barroso ha chiesto che sia "garantita la pace regionale".
La situazione in Crimea
Tensione altissima, quindi, nella penisola meridionale
russofona dell'Ucraina. Ed è di questa mattina la notizia diffusa dall'Ansa che
alcuni gruppi di cosacchi russi stanno pattugliando, insieme a forze di
sicurezza crimee, il checkpoint nei pressi della città di Armiansk lungo
la linea di confine. Ci sarebbero almeno due ostazioni
di mitragliatrici. Ieri il governo di Kiev ha accusato Mosca di
aggressione dopo l'"invasione", come l'ha definita il ministro
dell'Interno, di due aeroporti della penisola russofona: quello di Simferopoli
e quello di Sebastopoli.
Onu, Consiglio di Sicurezza straordinario.
Usa: serve mediazione internazionale Convocato ieri, su
richiesta del governo di Kiev, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha
tenuto un vertice di emergenza dove l'ambasciatore ucraino, Iuri
Sergeyev ha chiesto "aiuto perché si preservi l'integrità
territoriale". L'ambasciatrice Usa, Samantha Power, ha chiesto che si
attivi subito una "mediazione internazionale" per tutelare l'incolumità
e la sovranità del territorio.
Blitz in due aeroporti
Ieri notte due importanti aeroporti della penisola
russofona ucraina sono caduti in mano ai miliziani filorussi: quello della
capitale Simferopoli e quello di Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli, dove
è di stanza la flotta russa del Mar Nero. Non è ben chiaro se gli autori
di questi blitz siano stati paramilitari filorussi o truppe regolari di
Mosca, sulle cui mimetiche non c'è alcun segno distintivo. La flotta
di stanza nel Mar Nero ha negato qualsiasi coinvolgimento. Kiev denuncia anche
la violazione dello spazio aereo da parte di elicotteri russi.
Il presidente ucraino Turchynov: aggressione Crimea finalizzata
all'annessione
Già ieri mattina il ministro dell'Interno
ucraino, Arsen Avakov, aveva accusato Mosca di
"invasione armata". Il neopremieri Oleksander Turchynov aveva
lanciato un appello a Putin via TV per lo stop immediato dell'aggressione che,
secondo Kiev, avrebbe come obiettivo provocare una reazione ucraina e annettere
poi con la forza la Crimea. Le forze di Kiev non hanno più il controllo della
penisola
Mosca: passaporto russo ai Berkut, le teste di cuoio accusate di
violenze contro i manifestanti
Da Mosca, intanto, è arrivata la direttiva al Consolato
Russo di Simferopol: rilasciare il passaporto russo ai Berkut, le teste di
cuoio accusate di numerosi crimini per reprimere la rivolta filoeuropeista anti
Yanukovich. Il presidente deposto da Rostov sul Don ha dichiarato che
continuerà a lottare per sconfiggere i "giovani neofascisti"
e che non si candiderà alle presidenziali di maggio perchè le considera
illegittime. E mentre la Procura Generale di Kiev annuncia di aver
spiccato mandati di arresto per una decina di figure di spicco del suo
regime anticipa anche che chiederà la sua estradizione dalla Russia.
Yanukovich: no a separazione Crimea da Ucraina, sì a
rapporti con Russia
E proprio dalla Russia, ieri pomeriggio verso le 14 ora
italiana il presidente deposto ucraino Viktor Yanukovich ha tenuto la sua prima
conferenza stampa da latitante. L'ex "uomo forte di Kiev" ha fatto
sapere che "la Crimea deve rimanere parte integrante dell'Ucraina pur
mantenendo legami con la Russia". Di nuovo ha denunciato quello che chiama
un golpe per la rottura dell'accordo firmato il 21 febbraio con le opposizioni.
Intanto Svizzera, Autria e Lichetenstein hanno congelato i beni di una ventina
di leader ucraini. Lui compreso.
Kiev: caccia a Yanukovich e ai suoi fedelissimi
Il nuovo governo chiederà alla Russia l'estradizione di
Yanukovich mentre cerca i suoi uomini forti all'interno dei confini nazionali.
La Procura Generale ucraina ha spiccato mandati d'arresto a carico di dieci
esponenti del passato regime tra cui Viktor Pshonka, gli ex ministri
dell'Interno e della Giustizia. L'accusa, per tutti, è di concorso in strage.
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