Nel suo intervento il premier
ringrazia Bersani e D'Alema e rilancia l'impegno sulla scuola: "La più
grande scommessa che dobbiamo vincere è quella dell'educazione".
Plebiscito per la candidatura di Schulz a commissario Ue
Matteo il giovane, Matteo l'energico, Matteo l'ambizioso.
Matteo che ha grandi responsabilità e che ha fretta, ma stai attento ché la
fretta gioca brutti scherzi. E' il giorno di Renzi - che quasi offusca il
plebiscito per Martin Schulz candidato alla presidenza della Commissione Ue -
al congresso del Pse a Roma. Il primo appuntamento internazionale per il neo
premier, e il primo giorno del "suo" Pd nella "grande famiglia
socialista europea". Come primo messaggio dal palco, l'ex rottamatore
saluta, uno per uno, "tutti i leader del Pd che mi hanno preceduto: il mio
amico Bersani, Piero Fassino e Massimo D'Alema", seduti in platea. Ma ora
è lui il protagonista e dai colleghi premier socialisti e socialdemocratici che
si alternano al microfono è un tripudio di incoraggiamenti, attestati di stima,
auguri "per la sfida di cambiare l'Italia e l'Europa".
Tutti entusiasti - "I
nostri amici italiani ce la stanno mettendo tutta per rendere l'Italia un paese
più forte, più giusto, un paese dove Matteo Renzi ha definito un piano di
riforme coraggioso per ridare speranza e futuro", lo accoglie Schulz.
Dal palco ha preso la
parola anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a lungo seduto in prima
fila tra Schulz e la segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Renzi ha
innazitutto ringraziato Pierluigi Bersani, Piero Fassino, Massimo D'Alema e
tutti i predecessori alla guida del Pd e dei suoi 'affluenti'. "Per i
democratici è un giorno speciale - ha detto in inglese - perché è un momento
molto importante per la nostra comunità. E un pensiero va al mio amico Bersani,
a Piero Fassino e Massimo D'Alema e a tutti i leader del Pd e prima del
Pds-Ds".
"Io credo - ha
proseguito il segretario democratico - che la più grande scommessa che dobbiamo
vincere è quella dell'educazione e l'attenzione verso la scuola, dove si
costruisce la condizione dell'Europa economica. Se questo avverrà il Pd sarà
orgoglioso di far parte di un cammino economico comune". "L'Europa
sociale è condizione e non figlia dell'Europa economica", ha aggiunto. Per
realizzare un nuovo modello in Europa, ha insistito il leader del Pd,
"l'Italia deve adempiere ai propri obblighi ma noi dobbiamo tenere i conti
in ordine non perché ce lo chiede l'Europa ma perché ce lo chiedono i nostri figli".
"In un momento terribile di spread non economico ma
per la vita dei cittadini - ha proseguito - noi dobbiamo fare in modo che il
piccolo artigiano non veda l'Europa come il problema ma come la soluzione dei
problemi, come l'Europa dei cittadini e non dei burocrati. Questo è il nostro
obiettivo".
l premier maltese, Joseph Muscat, sottolinea la giovane
età del presidente del Consiglio, lui che ha compiuto 40 anni a gennaio e che
fino a una settimana fa deteneva questo primato tra i leader dell'Unione europea:
"Sono sempre stato io il più giovane. Mi batti di un anno, complimenti
Matteo!". Un altro giovanissimo, il romeno Viktor Ponta, classe 1972, lo
mette in guardia: "So che hai fretta, ma stai attento. Credo che tu voglia
essere per un po' primo ministro". Più istituzionale l'
"anziano" Jean-Marc Ayrault che, dopo un primo incontro bilaterale,
ne sottolinea il "programma ambizioso per riformare l'Italia" e la
consapevolezza di avere una grande responsabilità. E ricorda la comune
esperienza da sindaco: "Lui di Firenze, io per 23 anni di Nantes".
Un'esperienza che, secondo il premier francese, ne fa un politico capace di
"stare vicino alla gente". Gli auguri arrivano anche da Sigmar
Gabriel: "Caro Matteo, cari amici del Pd, auguro a te e al tuo partito tutto
il bene possibile per le grandi sfide che sta affrontando l'Italia per
diventare economicamente forte e socialmente giusta". Il vicecancelliere e
leader del Spd tedesco ringrazia Renzi per aver portato il Pd nel Pse.
"Un'ottima notizia" anche per il belga Elio di Rupo, che dà il
"benvenuto ai nuovi colleghi, Matteo Renzi e Federica Mogherini".
Il manifesto in dieci punti del Pse pone il lavoro al primo
posto - Ed ecco in dettaglio i dieci punti:
1) lavoro al primo posto.
Di fronte a 27 milioni di disoccupati in Europa, il Pse vuole una "nuova
politica industriale", la promozione di tecnologie verdi e tutele per i
lavoratori, con la fine del dumping sociale, parità di salario per pari lavoro
e un "decente salario minimo attraverso l'Europa".
2) rilancio dell'economia
con "innovazione, ricerca, formazione e una politica inteligente di
reindustrializzazione". L'obiettivo è "maggior spazio di manovra per
gli investimenti nei bilanci nazionali", ma anche un maggior coordinamento
delle politiche economiche e fiscali, con priorità alla lotta contro l'evasione
fiscale.
3) mettere il settore
finanziario al servizio del cittadino e dell'economia reale con nuove regole
per il settore bancario, limiti per i bonus ai banchieri e l'introduzione di
una tassa sulle transazioni finanziarie.
4) lotta per un'Europa
sociale che "non lasci nessuno indietro".
5) un'Europa che tuteli
parità e diritti della donna, che combatta razzismo, sessimo e omofobia.
6) un'Europa della
diversità, con libertà di movimento per i cittadini e "vera
solidarietà" fra i paesi membri.
7) diritto ad una vita sana
e sicura per tutti i cittadini europei.
8) più democrazia e
partecipazione
9) un'Europa verde.
10) promozione
dell'influenza Europa nel resto del mondo.
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