sabato 1 marzo 2014

Caos Ucraina, Putin telefona a Obama: «Proteggeremo i nostri interessi»

Il presidente Usa avverte Mosca: «Intervento militare avrebbe un costo». Kiev all’Onu: «Violata carta Nazioni unite»

(Reuters)(Reuters)
Tensione alle stelle tra Russia e America sulla questione Ucraina. In una telefonata il presidente russo Vladimir Putin ha detto al presidente Usa Barack Obama che «Mosca si riserva il diritto di proteggere i suoi interessi e gli interessi dei russi se ci fossero violenze in Crimea e nell’Ucraina dell’est».
Lo rivela una nota del Cremlino.
Nella telefonata Obama ha espresso la preoccupazione degli Usa per un possibile intervento russo in Ucraina. Putin si è invece detto preoccupato per le azioni «provocatorie e criminali» degli ultranazionalisti, incoraggiati dalle autorità ucraine

«GUERRA» - L’ambasciatore ucraino all’Onu Yuriy Sergeyev citato dalla Cnn denuncia che «quindicimila soldati russi sono già in Crimea». Al Consiglio dell’Onu, Vitali Churkin, ambasciatore russo all’Onu a proposito dell’intervento armato russo in Ucraina ha detto che «per il momento la decisione dell’uso delle forze armate fuori dalla Russia non è stata ancora presa».
Sabato sera il premier ucraino, Arseni Iatseniuk (in carica da soli due giorni) ha annunciato che se la Russia desse corso all'invio di truppe autorizzato dal senato di Mosca su richiesta del presidente Vladimir Putin sarebbe «la guerra». Iatseniukha aggiunto peraltro di non credere che un intervento militare russo ci sarà davvero. La Camera Alta, il Consiglio della Federazione russa, in giornata aveva approvato all’unanimità la richiesta di intervento armato in Ucraina avanzata da Putin, ma il presidente russo non avrebbe ancora deciso se inviare truppe.
TIMOSHENKO LUNEDÌ A MOSCA - In serata Iatseniuk ha sentito al telefono il suo omologo russo, Dmitri Medvedev, un segnale di apparente distensione e riconoscimento. Inoltre lunedì l’ex premier Iulia Timoshenko sarebbe attesa a Mosca per cercare di risolvere la situazione di crisi, secondo quanto riferisce l’agenzia Itar-Tass. Ma contemporaneamente Mosca chiede al presidente di richiamare in patria l’ambasciatore negli Stati Uniti.
LA POSIZIONE CRIMEA - Era stato il neo-primo ministro del governo autonomo filo-russo in Crimea, Sergiy Aksyonov, a esortare Mosca a un intervento per «ristabilire la calma e la pace» sulla penisola.
STATO D’ALLERTA - Immediata la reazione del presidente ad interim dell’Ucraina, Oleksander Turchinov, che ha convocato una riunione d’emergenza dei vertici della sicurezza dello Stato. Uno dei leader della vittoriosa rivolta ucraina, Vitali Klitschko, ha chiesto al Parlamento di mobilitare l’esercito e la richiesta è stata accolta, ordinando lo stato d’allerta alle truppe. L’Ucraina ha inoltre chiesto a Ue, Usa e Nato di valutare tutti le possibili opzioni per proteggere la sua integrità territoriale. E l’Organizzazione del Nord Atlantico ha indetto per domenica un vertice per valutare.
«BRUTALMENTE VIOLATA CARTA ONU» - L’ambasciatore ucraino Yuriy Sergeyev all’Onu, intanto, è intervenuto alla riunione straordinaria sui drammatici sviluppi della crisi ucraina indetto dal Consiglio di Sicurezza su richiesta della Gran Bretagna e ha denunciato la «brutale violazione della carta delle Nazioni Unite», parlando di «piena aggressione da parte della Russia». Dopo un appello ai paesi del G8 e del G20 ha poi sottolineato: «Putin è colui che può fermare tutto». Infine, Sergeyev ha bollato come «folle», l’ultima dichiarazione dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich.
LE REAZIONI DI USA E UE - Immediata la reazione degli Stati Uniti«Stiamo monitorando da vicino la situazione - hanno fatto sapere dalla Casa Bianca - consultandoci con nostri partner, e considerando i costi potenziali, le conseguenze di cui il presidente Obama ha parlato ieri». Il «ministro degli esteri» UeCatherine Ashton «deplora» la decisione russa di usare le forze armate in Ucraina, lancia un appello a Mosca affinché ciò non avvenga e giudica «inaccettabile» qualsiasi violazione dell’unità, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina. Dura anche la reazione del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz: «L’integrità territoriale dell’Ucraina va rispettata. Dobbiamo dire al Governo russo che non accetteremo violenze. Deve essere garantita l’autodeterminazione dell’Ucraina». UnConsiglio dei ministri degli Esteri Ue straordinario potrebbe essere convocato già per lunedì. 
EMERGENZA - Il ministro egli Esteri greco e presidente del Consiglio dei ministri esteri Ue Evangelos Venizelosdomenica sarà a Marioupol, dove vive una folta comunità di origine greca e a Kiev, dove vedrà leader politici ed istituzionali ucraini. Timoshenko, intanto, attraverso il suo sito ufficiale, ha sottolineato che «l’Ucraina e il mondo devono agire insieme per fermare l’aggressione russa»
LA REAZIONE DI KIEV - Subito dopo il via libera del Senato russo all’intervento militare nell’ex repubblica sovieticaKlitschko, ha detto: «Il Parlamento deve chiedere al comandante in capo dell’esercito di dichiarare la mobilitazione nazionale, dopo l’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina». E con un decreto il premier Iatseniuk ha definito «inaccettabile» la presenza di soldati russi nel centro delle città dell’Ucraina. Sollecitando Mosca a cessare ogni operazione militare. Kiev, ha aggiunto il premier, non cederà alle «provocazioni». Il ministro della Difesa ucraino, Igor Tenyukhe ha aggiunto che Mosca, oltre ad aver portato il contingente russo in Crimea ad un totale di «6.000 soldati... ha spostato dalle loro basi abituali 30 blindati»
OBAMA AVVERTE MOSCA - Barack Obama ha detto che gli Stati Uniti sono «profondamente preoccupati dalle informazioni di movimenti di militari della Federazione Russa in Ucraina». Spiegando che un intervento armato da parte di Mosca «sarebbe profondamente destabilizzante per l’Ucraina e potenzialmente pericoloso» e, «sarebbe una chiara violazione dell’impegno russo al rispetto dell’indipendenza, della sovranità e delle frontiere dell’Ucraina, delle leggi internazionali». E soprattutto: avrebbe «un costo».
IL REFERENDUM - Intanto il referendum sullo status della Crimea all’interno dell’Ucraina, come annunciato da Aksyonov, è stato anticipato dal 25 maggio al 30 marzo. La Crimea è già un repubblica autonoma, ma all’interno dello Stato ucraino. La penisola, che si protende nel Mar Nero, già territorio russo, venne donata nel 1954 da Nikita Kruschev a Kiev, quando l’Ucraina era una delle repubbliche sovietiche.

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