Ucraina, il premier è Yatseniuk ma la piazza resta in fiamme. Yanukovich riappare in Russia. Crimea al referendum (VIDEO)
Paese sull'orlo della bancarotta. E già lacerato tra Ovest e Est. A Sinferopoli una trentina di persone spara sui vetri del Parlamento e issa il tricolore russo. In arrivo referendum per maggior autonomia, destituito il governo locale. Kiev avverte Mosca: tensione altissima. Domani a Rostov la conferenza stampa del deposto Yanukovich, accusato dal neo premier di aver rubato 37 miliardi di dollari al Paese. Svizzera: "Beni congelati". Valuev-Klitschko, quei pugili passati in politica, ora sono i portacolori di Mosca e Kiev
Kiev, 27 febbraio 2014 - Il Parlamento dell'Ucraina ha approvato la scelta di Arseniy Yatsenyuk come nuovo primo ministro. L'assemblea è composta da 450 membri e la nomina di Yatsenyuk, uomo di fiducia di Yulia Tymoshenko (che tuttavia oggi appare fuori dai giochi), è stata approvata con 371 voti a favore. Arseniy Yatsenyuk, 39 anni, prima che Viktor Yanukovych assumesse l'incarico di presidente nel 2010, aveva ricoperto i ruoli di ministro dell'Economia, ministro degli Esteri e presidente del Parlamento. È considerato un tecnico riformista e gode del sostegno degli Stati Uniti. Prima di essere eletto, dopo aver promesso che non si candiderà a presidente, Yatseniuk aveva chiesto per ministri autentici "kamikaze politici", vista la loro missione di salvare il Paese dalla bancarotta. "Le casse dello Stato sono vuote, a causa di 75 miliardi di dollari di debiti, le obbligazioni ucraine ammontano a 130 miliardi di dollari". Come dire: nessuno potrà lucrare facili consensi. Anzi, chi partecipa all'impresa di salvare il Paese dalla bancarotta ne uscirà con ogni probabilità 'bruciato' per sempre.
FMI IN ARRIVO - "Le autorità ucraine mi hanno informato oggi della loro richiesta di sostegno al Fmi",ha annunciato in una nota il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. "Siamo pronti a rispondere - ha aggiunto - e, nei prossimi giorni, invieremo una team del Fmi in missione a Kiev, per intraprendere un dialogo preliminare con le autorità". "Questo - ha proseguito ancora Lagarde -consentirà al Fmi di procedere alla sua consueta valutazione tecnica indipendente sulla situazione economica in Ucraina e, allo stesso tempo, di cominciare a discutere con le autorità di quelle riforme politiche che potrebbero costituire la base di un programma sostenuto dal Fondo". "Stiamo anche discutendo con tutti i nostri partner internazionali, in modo bilaterale e multilaterale, sul modo migliore per aiutare l'Ucraina in questo momento critico della sua storia e, a questo proposito, siamo incoraggiati dalle molte dichiarazioni di sostegno che sono state espresse", ha concluso la numero uno del Fmi.
BLOCCO DEI BENI - Un aiuto potrebbe arrivare dai Paesi nei quale Yanukovich e la sua cricca hanno depositato i soldi strappati allo Stato (37 miliardi di dollari secondo il neopremier). A questo proposito la Svizzera ha annunciato di essere pronta a congelare tutti i beni del presidente deposto Yanukoviche "in linea di principio, di congelare qualsiasi eventuale fondo che Yanukovich potrebbe avere in Svizzera", ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri, Pierre-Alain Eltschinger.
L'ALTRA CAMPANA - Naturalmente bisognerà ascoltare anche le parole del presidente deposto. Yanukovich, riparato in Russia, domani terrà una conferenza stampa a Rostov sul Don, non lontano dalla frontiera con l'Ucraina. "Mi considero ancora il legittimo capo dello Stato ucraino eletto dai cittadini ucraini in libere elezioni", ha anticipato oggi il responsabile della sanguinosa repressione di piazza Maidan in una dichiarazione inviata alla Itar-Tass.
LA PROTEZIONE - Mosca garantirà la sicurezza di Yanukovich nel territorio della federazione russa. “Dato che il presidente Yanukovich si è rivolto alle autorità della Federazione russa chiedendo di garantire la sua sicurezza personale, questa richiesta è stata soddisfatta sul territorio della Federazione russa”, ha spiegato una fonte di Stato alla Itar-Tass.
ALTA TENSIONE - Tra Ucraina e Russia intanto la tensione resta alta. Il ministro dell’Interno ad interim,Arsen Avakov, ha messo in allerta le forze di polizia, comprese quelle speciali, dopo la presa del parlamento e del governo di Crimea da parte di un gruppo di filorussi. Trenta persone, secondo Interfax, hanno fatto irruzione nel parlamento sparando contro i vetri dell’ingresso. Poi hanno tolto dal pennone la bandiera ucraina e hanno issato il tricolore russo, che sventola insieme a quella della repubblica di Crimea. Il blitz è stato confermato anche dall’agenzia di stampa del parlamento. Il telefono del Parlamento di Crimea non risponde e il sito dell’assemblea è irraggiungibile. Intanto la polizia stradale ucraina ha fermato alle porte di Sinferopoli, capitale della Crimea, alcuni blindati russi, facendoli tornare alla propria base: lo riferisce su Facebook il ministro degli Interni ad interim, Arsem Avakov. In serata il Parlamento ha approvato la convocazione di un referendum per estendere l'autonomia da Kiev. Nel corso di una riunione straordinaria del Consiglio Supremo della Crimea, la consultazione popolare è stata fissata per il 25 maggio, giorno in cui nella repubblica ex sovietica si voterà per le elezioni presidenziali. Lo ha reso noto la portavoce, Olha Sulnikov. Il Parlamentino di Sinferopoli ha anche sfiduciato e destituito, con 55 voti su 64, il Consiglio dei ministri della Crimea, il governo locale. Ieri a Sinferopoli circa 20mila tatari avevano manifestato a sostegno di Kiev, mentre i russofoni di Crimea erano scesi in strada per chiedere legami più stretti con Mosca. Ne era nata una gigantesca bolgia di piazza tra tricolori russi e bandiere ucraine vicendevolmemnte strappate a suon di manganellate e cazzotti.
KIEV AVVERTE MOSCA - “Qualsiasi movimento dei militari della flotta russa del Mar Nero in Crimea, fuori delle zone prestabilite dagli accordi bilaterali, sarà valutato come aggressione” ha ammonito oggi Oleksandr Turcinov, capo del parlamento ucraino e presidente ad interim. L’aviazione russa sta pattugliando lo spazio aereo occidentale del Paese dopo lo stato di allerta deciso ieri dal presidente Putin, che è anche comandante delle forze armate. Lo scenario simulato è quello di un bombardamento dei bersagli nemici, in luoghi che saranno resi noti solo dopo l’esercitazione.
NATO - "Sono preoccupato per gli sviluppi in Crimea. Sollecito la Russia a non intraprendere azioni che possano accrescere la tensione o creare equivoci", così il segretario generale della Nato Anders FoghRasmussen su Twitter. Oggi a Bruxelles, nell’ambito della ministeriale, si svolge la riunione dellacommissione Nato-Ucraina.
CECENI PRONTI ALL'INTERVENTO - Ceceni pronti a partire per l’Ucraina se necessario, per proteggere i russi che vi abitano. Lo ha dichiarato oggi il loro controverso leader, Ramzan Kadyrov, leale al Cremlino. Lo riferisce l’agenzia Interfax. "Ucraina e Russia sono popoli fratelli. Ho molti amici ucraini, e come tutti mi rammarico per quanto sta accadendo", ha detto Kadyrov. "La maggioranza delle persone che vivono oggi in Crimea sono russi, cosacchi. Siamo sempre con loro e, se necessario, siamo pronti ad andare in loro soccorso", ha proseguito. "Siamo pronti, se necessario, ad andare, come osservatori, operatori di pace o soldati a proteggere le persone", ha detto il capo della repubblica cecena.
LA RABBIA DI PUTIN - Sempre ieri il presidente russo Vladimir Putin aveva ordinato di compiere verifiche immediate della prontezza al combattimento delle truppe nella zona centrale e occidentale della Russia e aveva annunciato misure per rafforzare le la sicurezza nella base navale russa a Sebastopoli. Nelle esercitazioni saranno coinvolti circa 150mila soldati, 880 carri armati, 90 aerei e 80 navi, ha fatto sapere il ministro della Difesa, Sergei Shoigu.
DIPLOMAZIA AL LAVORO - Mosca oggi sceglie tuttavia di abbassare i toni: l Russia è pronta a lavorare con i partner occidentali sull'Ucraina, ma è una collaborazione possibile - recita una nota del ministero degli Esteri, solo se sarà "onesta" e "basata sulla capacità non solo di accordarsi, ma anche di rispettare tali accordi, che devono prendere in considerazione gli interessi del popolo ucraino, come pure quelli di tutti i partner dell'Ucraina". "L'adempimento degli accordi del 21 febbraio - specifica la nota -rappresenterebbe un passo importante in questa direzione".
RING POLITICO - C'è anche uno "scontro" tra pugili nella crisi politica in atto in Crimea, la penisola russofona sul Mar Nero dove sono sempre piu' forti i venti di secessione dall'Ucraina. Da un lato c'è il 'dottor Pugno di ferro' Vitali Klitschko, ucraino, ex campione del mondo Wbc e uno dei maggiori leader della protesta che ha portato alla destituzione dell'ormai ex presidente Viktor Ianukovich. Alto quasi due metri per 113 chili di muscoli, Klitschko a 42 anni è un vero leader della piazza e punta alla presidenza nelle elezioni fissate per il prossimo 25 maggio. Per dedicarsi alla politica e al suo partito, Udar, a dicembre ha deciso di ritirarsi dalla boxe e ha rinunciato al titolo di campione dei pesi massimi Wbc. Ma dall'altro lato c'è un altro pugile che è ancora più grande e più grosso di Klitschko: Nikolai Valuev, 40 anni, ex campione Wba, alto due metri e tredici per 143 chili. Dopo aver perso il titolo mondiale ai punti contro il britannico David Haye nel 2009, Valuev ha appeso i guantoni al chiodo e si e' buttato in politica. Dal 2011 è uno dei deputati alla Duma di Mosca del partito Russia Unita di Vladimir Putin. Valuev ora si trova in Crimea, dove sta partecipando alle proteste di piazza dei manifestanti russofoni che vorrebbero l'annessione della penisola alla Russia, e dove stamattina un commando di 30 uomini ha occupato il parlamento locale.
FUOCO IN PIAZZA - E stasera centinaia di manifestanti si sono di nuovo radunati davanti al Parlamento ucraino a Kiev, posizionando pneumatici di auto e bombe molotov (spente) all'ingresso. Sembra
si tratti di un segnale ai deputati per mostrare che la rivolta di strada potrebbe facilmente riaccendersi se il loro operato non fosse gradito.
si tratti di un segnale ai deputati per mostrare che la rivolta di strada potrebbe facilmente riaccendersi se il loro operato non fosse gradito.
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