Crimea, blitz filorusso in Parlamento. Mosca muove
le truppe verso il confine. Ianukovich: «Sono ancora io il presidente»
L'ex presidente Ianukovich: «Sono
ancora io il presidente»
Una trentina di persone a Sinferopoli ha fatto
irruzione nel parlamento regionale della Crimea sparando contro i vetri
dell'ingresso. Poi hanno tolto dal pennone la bandiera ucraina e hanno issato
il tricolore russo, che sventola insieme a quella della repubblica di Crimea.
A compiere il blitz, secondo la tv Rossia 24, sono
state forze di autodifesa della popolazione russofona. Gruppi che si stanno
organizzando anche in altre città della Crimea e che, secondo Ria Novosti,
hanno intenzione di convergere su Sinferopoli.
La polizia stradale
ucraina ha fermato alle porte di Sinferopoli alcuni blindati russi, facendoli
tornare alla propria base: lo riferisce il ministro degli interni ad interim
Arsem Avakov.
Barricate. Centinaia di russofoni davanti alla sede del
parlamento hanno eretto inoltre delle vere e proprie barricate
controrivoluzionarie. Ieri nella zona ci sono stati i primi scontri con la
minoranza etnica dei tartari, schierati con Kiev. Lo riferisce la tv Rossia 24.
Le barricate sono state fatte con legno, pezzi di metallo, botti e pneumatici.
I poliziotti per ora non intervengono. L'obiettivo dei russofoni è la
convocazione di un referendum sulla secessione della Crimea dall'Ucraina.
Nuovo
premier dell'Ucraina. Arseni Iatseniuk è stato eletto premier all'unanimità
dal parlamento ucraino. Hanno votato per lui tutti i 371 deputati presenti in
aula (su 450, il quorum era di 226 voti). Iatseniuk era già stato presentato
ieri sera come candidato premier a Kiev in una piazza Maidan gremita.
Ianukovich:
«Sono ancora io il presidente».
Il deposto presidente ucraino Viktor
Ianukovich terrà una conferenza stampa domani a Rostov sul Don, nel sud della
Russia, alle 17:00 ora di Mosca (le 14:00 in Italia). Lo rendono noto le
agenzie statali Itar-Tass e Ria Novosti, citando l'entourage dello stesso
Ianukovich. In una dichiarazione l'ex presidente si era proclamato ancora come
l'unico legittimo elade rdel suo apese: «Mi considero ancora il legittimo capo
dello Stato ucraino eletto dai cittadini ucraini in libere elezioni. Sono
risoluto a battermi ad oltranza per la realizzazione degli accordi di
compromesso per far uscire l'Ucraina da una profonda crisi politica», ha detto
il presidente deposto, riferendosi all'intesa siglata con i leader dell'opposizione
il 21 febbraio con la mediazione europea.
Per Ianukovich «le decisioni che si
prendono alla Rada (il parlamento ucraino, ndr) in assenza di molti membri del
partito delle Regioni e di altri, preoccupati per la propria sicurezza, sono
illegittime». Ianukovich chiede che sia ripristinato l'ordine costituzionale.
Secondo i media russi l'ex presidente, che ancora non è dato sapere dove sia,
avrebbe ottenuto la protezione della autorità russe “dalle azioni di
estremisti”. Il presidente ucraino deposto prende le parti del popolo
dell'Ucraina sudorientale e della Crimea «che non accetta il voto del potere e
le azioni illegittime in corso nel Paese, quando i dirigenti dei ministeri
vengono eletti dalla folla in piazza», e chiede che le forze armate non
intervengano negli affari politici interni. «Io come presidente non consentivo
alle forze armate ucraine di intervenire negli eventi politici interni. Ordino
la stessa cosa anche ora», ha detto Ianukovich. «Nel caso in cui qualcuno darà
una disposizione di questo genere alle forze armate e alle forze dell'ordine,
tale decisione sarà illegittima e criminale», ha aggiunto.
La Russia mostra
i muscoli. L'aviazione russa sta pattugliando lo spazio aereo occidentale
del Paese dopo lo stato di allerta deciso ieri dal presidente Putin, che è
anche comandante delle forze armate. Lo scenario simulato è quello di un
bombardamento dei bersagli nemici, in luoghi che saranno resi noti solo dopo
l'esercitazione. Anche i paracadutisti e i marine russi si stanno trasferendo
nelle zone di esercitazione prestabilite, che non sono ancora note. Il loro
sbarco comprende il coinvolgimento di 150 mila uomini, 90 aerei, 120
elicotteri, 880 carri armati, oltre 1200 mezzi di vario genere e sino a 80 navi
della flotta del Nord e del Mar Baltico.
Ieri è stata una giornata di normale
tensione alle stelle in Ucraina, mentre la Russia mette in allerta le sue
truppe alle frontiere occidentali e i ministri della Difesa della Nato
ribadiscono l’intangibilità delle frontiere della repubblica ex sovietica.
L’epicentro dello scontro si è spostato da Kiev alla Crimea. A Simferopoli, la
capitale, i tatari si sono fronteggiati a spintoni con gruppi filo-moscoviti.
Una persona si è sentita male ed è morta, probabilmente, per un infarto. Alla
fine della giornata la situazione è tornata tranquilla dopo che il Soviet
Supremo regionale ha assicurato che non era in programma alcun voto sulla
secessione della penisola dall’Ucraina. A Sebastopoli, sede della Flotta russa
del mar Nero, le misure di sicurezza intorno ai siti militari sono rigidissime.
Il ministro della Difesa federale, Serghej Shojgu, ha annunciato una lunga
serie di esercitazioni per le Forze armate del distretto occidentale europeo e
per le Flotte del Mar Nero e del Baltico. Queste manovre, dichiara Mosca, non
sono collegate alla crisi ucraina, ma potrebbero svolgersi nei pressi delle
frontiere dello Stato fratello.
La risposta ucraina. Il presidente
ucraino ad interim, Oleksandr Turchynovh, ha avvertito la Russia perché ordini
alle sue forze militari in Crimea di restare nelle loro basi, perché qualsiasi
movimento sarà considerato un'aggressione
.
Polizia e forze speciali ucraine
in allerta. Annunciando sulla propria pagina Facebook l'allerta delle forze
di polizia e quelle speciali, il ministro dell'interno ucraino ad interim,
Arsen Avakov, ha precisato di avere preso questa decisione «per fronteggiare lo
sviluppo di azioni estremiste e scontri armati nel centro della città ed
evitare un bagno di sangue». Le forze dell'ordine hanno bloccato tutto il
quartiere adiacente alla sede del parlamento
.
Nato. L'occupazione da
parte di un gruppo filo-russo del Parlamento e del palazzo del governo in
Crimea è un atto «pericolo e irresponsabile». Lo afferma il segretario generale
della nato, Anders Fogh Rasmussen, in occasione della riunione ministeriale
Difesa dell'Alleanza atlantica. Rasmussen si è detto «estremamente preoccupato»
dagli ultimi avvenimenti nella regione autonoma ucraina. «Invito tutte le parti
a fare un passo indietro, di astenersi da azioni provocatorie e di tornare alla
via del dialogo», ha concluso il segretario generale della Nato.
Parlamento
europeo. Mentre monta la tensione alla frontiera russo-ucraina, il Parlamento
europeo lancia un forte monito a Mosca. Nella risoluzione sull'Ucraina
approvata «a stragrande maggioranza» per alzata di mano dalla plenaria di
Strasburgo si «ricorda alla Russia» di aver firmato con Gran Bretagna e Stati
Uniti, nel 1994, il cosiddetto Memorandum di Budapest per «garantire
le frontiere» dell'Ucraina al momento dell'adesione del paese al trattato
di non proliferazione nucleare per smaltire le sue armi atomiche ex
sovietiche.
Fornire un sostegno finanziario urgente all'Ucraina, applicando
sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze. Instaurare un dialogo
costruttivo tra le forze politiche, mantenere l'integrità territoriale,
combattere la corruzione e organizzare elezioni libere e giuste.
Queste le
priorità indicate dalla Ue dal Parlamento europeo in una risoluzione approvata
oggi dall'Aula riunita in sessione plenaria a Strasburgo. La Ue e le
organizzazioni finanziarie internazionali, si spiega nella risoluzione,
«dovrebbero offrire un pacchetto di sostegno finanziario a breve termine e uno
a lungo termine necessario per avviare le riforme». L'Ue dovrebbe inoltre
organizzare una conferenza internazionale dei donatori per raccogliere fondi.
La Ue dovrebbe poi emanare divieti di viaggio, procedere al congelamento dei
beni dei responsabili della violenza in Ucraina e mettere fine al flusso di denaro
proveniente dal Paese. Nella risoluzione si ribadisce che non appena sarà
risolta l'attuale crisi politica, l'Ue è pronta a firmare un accordo di
associazione e di libero scambio con l'Ucraina e che il partenariato non è
«l'obiettivo finale della cooperazione UE-Ucraina». I deputati sottolineano che
il trattato Ue, in cui è inclusa anche l'Ucraina, consente a qualsiasi Paese
europeo di aderire all'Unione, purché si attenga ai principi della democrazia,
rispetti le libertà fondamentali, i diritti umani e quelli delle minoranze e
garantisca lo stato di diritto.
Fmi. Il Fondo monetario internazionale
è pronto a rispondere alla richiesta arrivata dall'Ucraina e sta discutendo
dell'assistenza da fornire con tutti i partner internazionali. «Stiamo
discutendo con tutti i partner internazionali, a livello bilaterale e
multilaterale, del modo migliore per aiutare l'Ucraina in questo momento
storico cruciale», ha detto il direttore generale del Fmi Christine Lagarde in
una nota diffusa dall'istituto di Washington. A seguito della richiesta di
aiuto delle autorità ucraine al Fmi, «siamo pronti a rispondere e, nei prossimi
giorni, invieremo una squadra a Kiev per avviare un dialogo preliminare con le
autorità», ha detto ancora Lagarde, spiegando che questo consentirà al Fmi di
effettuare «le consuete valutazioni tecniche indipendenti sulla situazione
economica in Ucraina». Con le autorità di Kiev, si legge ancora nella nota, si
parlerà delle riforme che potranno essere portate avanti sulla base di un
programma sostenuto dal Fondo. Lagarde si è inoltre detta «incoraggiata dalle
molte affermazioni di sostegno che sono state espresse».
Nuovo governo.«Kamikaze
politici»: così il nuovo premier designato ucraino, Arseni Iatseniuk, ha
definito i ministri candidati al governo, per la loro missione di salvare il
Paese dalla bancarotta. «Le casse dello Stato sono vuote, a causa di 75
miliardi di dollari di debiti, le obbligazioni ucraine ammontano a 130 miliardi
di dollari - ha detto - Le pensioni non sono state pagate per intero da oltre
un mese. La valuta straniera e le riserve aurifere sono state saccheggiate. Noi
stiamo facendo tutto il possibile per impedire che la situazione si deteriori
ulteriormente. Ci riusciremo. Non abbiamo altra scelta», ha assicurato
Iatseniuk, confermando che il piano del nuovo governo sarà svelato oggi, con
l'approvazione dei membri dell' esecutivo. «Sarà breve ma preciso», ha
sottolineato.
Il ministero degli esteri russo ha espresso
preoccupazione per le «gravi violazioni dei diritti umani in Ucraina», durante
una riunione presieduta dal ministro Serghiei Lavrov. Lo riferisce l'agenzia
Interfax. «Siamo preoccupati per le violazioni dei diritti umani su larga
scala, la violazione del diritto di usare la lingua madre, la discriminazione
etnica e culturale, e gli attacchi e atti vandalici a oggetti di interesse
storico e all'eredità culturale e religiosa», si legge in una nota.
Continua
in Ucraina la campagna contro i simboli del dominio sovietico e russo: dopo
l'abbattimento delle statue di Lenin e del generale Kutuzov (il vincitore di
Napoleone), è stato profanato il Memoriale della fiamma eterna nella città di
Sumy, ha denunciato il ministero degli esteri russo. «Monumenti storici
continuano ad essere profanati in Ucraina. Stanno umiliando la memoria dei
soldati che hanno liberato l'Ucraina», ha accusato il ministero, riferendo che
«a Sumy è apparsa una vasta discarica vicino alla fiamma eterna che commemora
gli eroi della Seconda guerra mondiale», nel «70/mo anniversario della
liberazione dell'Ucraina» dai nazisti.
Ceceni pronti a partire per
l'Ucraina se necessario, per proteggere i russi che vi abitano. Lo ha
dichiarato oggi il loro controverso leader, Ramzan Kadyrov, leale al Cremlino.
Lo riferisce l'agenzia Interfax. «Ucraina e Russia sono popoli fratelli. Ho
molti amici ucraini, e come tutti mi rammarico per quanto sta accadendo - ha
detto Kadyrov - La maggioranza delle persone che vivono oggi in Crimea sono
russi, cosacchi. Siamo sempre con loro e, se necessario, siamo pronti ad andare
in loro soccorso», ha proseguito. «Siamo pronti, se necessario, ad andare, come
osservatori, operatori di pace o soldati a proteggere le persone», ha detto il
capo della repubblica cecena. Affermazione singolare, se si pensa che la
Cecenia negli anni '90 ha combattuto due feroci guerre contro Mosca per
l'indipendenza, e che i ceceni, musulmani, furono deportati nel 1944 da Stalin
per aver "tradito" l'Urss, proprio come i tartari di Crimea,
musulmani anche loro, oggi schierati però con l'opposizione di Kiev contro i
russofili. Ma Kadyrov accusa i tartari di alimentare tensioni: «Coloro che sono
andati in piazza oggi (fuori del palazzo del parlamento di Crimea a
Sinferopoli) dicendo che sono stati deportati, fomentano le tensioni. Anche i
ceceni sono stati deportati. Penso che se uno è infelice, dovrebbe agire in
linea con la legge piuttosto che approfittare del momento, riunirsi in gruppi e
gridare slogan».
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