domenica 2 marzo 2014

Ucraina, 15mila soldati russi in Crimea. Kiev: "Sull'orlo del disastro". Palazzo Chigi: "Violazioni inaccettabili"

Vertice tra Renzi e i ministri Pinotti e Mogherini: "In contato con Merkel e Hollande, privilegiare il dialogo". I militari di Putin controllano il territorio. Premier Iatseniuk: "Ci hanno dichiarato guerra". Segretario di Stato americano, John Kerry: "A rischio posto di Mosca nel G8". Oggi vertice Nato a Bruxelles. Il capo della Marina ucraina giura fedeltà alle autorità della Crimea.
KIEV - Anche l'Italia "si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina". E' quanto afferma una nota di Palazzo Chigi diffusa al termine del vertice tra il premier Renzi, il ministro della Difesa Pinotti e degli Esteri Mogherini sulla vicenda ucraina, alla vigilia della riunione di domani del Consiglio Affari Esteri dell'UE a Bruxelles. "Violazioni di tali principi - sottolinea il documento - sarebbero per l'Italia del tutto inaccettabili". 

"L'Italia - si legge ancora - rivolge alla Russia un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso, il governo esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese, nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze".

"Il presidente del Consiglio - spiega la nota in chiusura -, che ha parlato nel pomeriggio con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il presidente francese Francois Hollande, segue con costante attenzione ed estrema preoccupazione gli sviluppi della situazione in Crimea, in stretto contatto con i partner europei e internazionali".

Dagli Stati Uniti, la Casa Bianca fa sapere che il presidente Obama, che ieri ha condannato senza mezzi termini l'intervento russo in Crimea e si è confrontato con Putin in una telefonata-fiume di 90 minuti, sta studiando la situazione e sentirà al telefono i leader dei Paesi alleati. In Ucraina è in corso un'occupazione di fatto da parte della Russia che, secondo il segretario di Stato americano, John Kerry, mette a rischio il posto di Mosca all'interno del G8 e le sue relazioni con Washington. Lo stesso segretario di Stato Usa sta valutando di fare tappa a Kiev, in Ucraina, durante il suo viaggio della prossima settimana a Parigi e a Roma.

Il fronte occidentale della fermezza, guidato dagli Usa, accusa un significativo smarcamento: la Germania non condivide l'idea di espellere la Russia dal G8. Come spiega il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier: "C'è chi vorrebbe mandare un segnale forte a Mosca, c'è invece chi, e io sono tra questi, considera il G8 l'unico formato in cui l'Occidente può parlare direttamente con la Russia, dovremmo sacrificarlo?".

Inoltre, Vladimir Putin, riferisce la Ria, ha avuto un colloquio con la cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui ha ribadito le ragioni dell'intervento russo in Crimea già espresse a Obama: si è reso necessario per la minaccia portata alla popolazione a maggioranza russofona da parte delle frange ultranazionaliste salite al potere a Kiev. Misure, a detta del presidente russo, "appropriate" vista la situazione in Ucraina. Il Cremlino conclude sottolineando la posizione comune di Putin e Merkel sul proseguimento di consultazioni bilaterali e multilaterali alla ricerca di una "normalizzazione" in Ucraina.

I soldati russi in Crimea. Secondo il governo di Kiev, sono già 15 mila e muovono sul territorio senza resistenze. Prendendo il controllo dei luoghi strategici. E sequestrando le armi, come accaduto in una base radar e in un'accademia della Marina militare ucraina. 

I russi hanno esortato il personale delle due strutture a schierarsi con quelli che hanno definito i "legittimi" leader della penisola. Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un'auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l'addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa. Nella notte sono atterrati altri sette aerei militari russi per il trasporto delle truppe e 11 elicotteri. 

Uomini armati e in mimetica, presunti militari russi, hanno circondato la caserma del reparto A-0669 della Marina militare ucraina vicino a Kerch (Crimea) e controllano gli ingressi della struttura. Secondo il vice comandante ucraino del reparto, Alexiei Nikoforov, i militari hanno detto di volere "sorvegliare la struttura assieme agli ucraini". 

Attaccato prima solo da civili con giubbotto anti proiettile e caschi poi anche da militari russi il quartier generale della Guardia di frontiera ucraina a Simferopoli. L'edificio è ora sotto controllo di "uomini armati non identificati", rende noto l'agenzia ucraina Unian. Militari ucraini e russi si fronteggiano, oltre che alla base di Perevalnoe, a 25 chilometri da Simferopoli, anche in quella della marina ucraina di Feodosia, sempre in Crimea. 

Intanto, dopo che Interfax aveva riferito di interi reparti dell'esercito ucraino in Crimea passati dalla parte delle autorità locali filorusse, arriva l'annuncio diuna clamorosa defezione: il comandante in capo della Marina ucraina ha giurato fedeltà alle autorità filo-russe di Crimea. L'ammiraglio Denis Berezovski, in conferenza stampa dallo stato maggiore della base navale russa a Sebastopoli, ha giurato fedeltà "al popolo della Crimea" impegnandosi a "difenderlo". 

Berezovski, nominato solo venerdì scorso al vertice della Marina ucraina dal presidente ad interim Olexandre Tourtchinov, ha inoltre giurato di "obbedire agli ordini del comandante supremo della Repubblica autonoma di Crimea". Parole che il primo ministro di Crimea, Sergey Axionov, ha salutato come un "evento storico", perché l'ammiraglio Berezovski accettava di porsi "agli ordini delle autorità legittime della penisola", che Kiev considera invece nominate in violazione della sua costituzione.

Kiev risponde alla defezione di Berezovski annunciando di averlo rimosso dall'incarico e di indagarlo per alto tradimento dopo essersi rifiutato di combattere i russi e di essersi invece arreso alla base russa di Sebastopoli. Il nuovo comandante in capo della Marina ucraina è Serhiy Hayduk.
La Russia "ci ha dichiarato guerra, siamo sull'orlo del disastro", lo ha detto il premier ucraino Arseni Iatseniuk, che ha ribadito: la Russia "non aveva, non ha e non avrà giustificazioni per l'aggressione armata nel territorio ucraino o nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea, che fa e farà parte del Paese".
Ucraina richiama i riservisti. Kiev ha risposto con la decisione del Consiglio di Sicurezza Nazionale di mobilitare le sue forze armate e di richiamare i riservisti. Un deputato ucraino del partito Udar, Dmitri Bolotserkovets, citato dall'agenzia Unian e dal quotidiano Ukrainskaia Pravda, afferma inoltre che un ufficiale ucraino inviato per trattare è stato fatto prigioniero. In un locale sarebbe scoppiato un incendio. I militari ucraini avrebbero bloccato un mezzo blindato russo e si preparano alla difesa, mentre lungo il perimetro della caserma sono disposti uomini armati di mitra.
G8 di Sochi a rischio. Una situazione che si fa sempre più tesa. Tra le prime conseguenze, potrebbe esserci il boicottaggio del G8 in programma a Sochi, in Russia, a giugno. Ipotesi sostenuta con forza dalla Francia. Il ministro degli Esteri Laurent Fabius auspica "la sospensione dei preparativi" del vertice e condanna "l'escalation militare russa" in Crimea. 

Intanto, l'Eliseo annuncia che Parigi non parteciperà alle riunioni in vista del vertice, come farà anche l'Inghilterra, stando a quanto dichiarato dal ministro degli Esteri, William Hague, appena giunto a Kiev, dove incontrerà leader politici ucraini. Decisione condivisa dal Canada, che ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Mosca, John Sloan. Il premier David Cameron fa sapere, inoltre, che i ministri britannici non interverranno ai Giochi Paralimpici di Sochi.

Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, dichiara al canale tv Ard che la priorità è portare al tavolo Mosca e Kiev e "fare in modo che i soldati russi tornino nelle loro caserme". A questo scopo si potrebbe chiedere all'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Copperazione in Europa) di promuovere un "gruppo di contatto" coinvolgendo i paesi europei e, forse, gli Stati Uniti oltre alla Russia e all'Ucraina. 
Manifestazioni pro Putin. Circa 20mila persone, in gran parte di organizzazioni patriottiche di giovani, studenti e veterani, hanno partecipato oggi nel centro di Mosca a una manifestazione autorizzata a sostegno della posizione di Putin nella crisi ucraina. "Maidan non passerà", "Bravo Putin", "Non lasciamo nei guai i nostri fratelli", "viva i Berkut (le teste di cuoio ucraine protagoniste della repressione, ndr), "Oggi Crimea, domani Russia?" erano alcuni degli slogan, gridati o scritti su cartelli esibiti anche da veterani in vecchie divise dell'Armata Rossa. In rete alcuni partecipanti, generalmente dipendenti di enti pubblici, hanno denunciato di essere stati costretti a scendere in piazza.

Nato, convocato vertice straordinario. Per oggi il Segretario Generale della Nato Rasmussen ha convocato un vertice straordinario della Nato sulla situazione ucraina, chiedendo lo stop delle attività militari e delle minacce della Russia contro l'Ucraina: "Quanto sta facendo la Russia - ha detto - viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa". Ma soprattutto si aspetta il possibile viaggio domani di Yulia Tymoshenko per trattare direttamente con Putin. 

Canale Tv Russia oscura cerimonia Oscar. Mosca "boicotta" la trasmissione della cerimonia degli Oscar a causa degli sviluppi della situazione in Ucraina. Il primo canale statale ha annunciato che non coprirà l'evento a causa dell'intenso flusso di notizie sulla crisi oltre confine. "Ci sono molte notizie legate alla situazione in Ucraina e in Crimea e quindi il primo canale pensa che non sia importante mandare in onda per cinque ore la cerimonia degli Oscar, soprattutto nelle ore mattutine quando arrivano le maggiori novità", si legge in una nota dell'emittente. La cerimonia comincia alle 05.30 ora di Mosca, quando
ancora tutti dormono.

Gli appelli della Chiesa ortodossa e del Papa. Da Piazza San Pietro, a Roma, è risuonato l'appello di Papa Francesco per l'Ucraina, che "sta vivendo una situazione delicata". Al termine dell'Angelus Bergoglio ha detto di auspicare che "tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione" e si è rivolto "alla comunità internazionale, affinché sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia".

Intanto il reggente della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, il metropolita Onufry, ha lanciato un invito al primate della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, affinché faccia il possibile per evitare spargimenti di sangue in Ucraina. Riferendosi alla possibilità che la Russa invii le sue truppe nell'ex repubblica sovietica, il metropolita di Chernivtsi e Bukovyna, ha parlato di "conseguenze catastrofiche per entrambi i paesi" e ha definito la situazione attuale nel Paese come "la più difficile della sua storia recente".

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